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Dalla teoria alla pratica comune: La neuroscienza del consumatore diventa un fenomeno di massa

1 minute read | Michael E. Smith, VP Consumer Neuroscience, e Carl Marci, Chief Neuroscientist, Nielsen; Nielsen Journal of Measurement, Vol. 1, Issue 2 | Ottobre 2016

In una giornata tipica, il consumatore medio può essere esposto a migliaia di messaggi commerciali, ma molti di essi non riescono a penetrare nella confusione, né hanno un impatto apprezzabile sugli atteggiamenti o sui comportamenti di quell'individuo.

Cosa distingue la pubblicità efficace da quella che non riesce a garantire un ritorno sull'investimento? Secondo i primi ragionamenti, la pubblicità funzionava comunicando fatti sui benefici di un prodotto o di un servizio, e i consumatori procedevano a usare quei fatti, razionalmente, per valutare i benefici propagandati rispetto alle proprie esigenze e ai propri desideri. Oggi ci sono prove inconfutabili che indicano che non è così. Ciò che sta diventando chiaro dalle recenti ricerche è che la pubblicità efficace riesce a suscitare una risposta emotiva da parte dei consumatori.

Misurare le emozioni nella pubblicità è una sfida, ma è diventato imperativo per i brand manager trovare strumenti che scavino al di sotto delle risposte consapevoli dei consumatori alla pubblicità e misurino invece le loro risposte emotive. Fortunatamente, i progressi delle neuroscienze stanno rendendo tutto ciò una realtà. Questo articolo fornisce una rassegna completa degli strumenti della neuroscienza del consumatore di oggi, della teoria a cui attingono, dei comportamenti dei consumatori che aiutano a svelare e delle recenti scoperte che siamo stati in grado di ottenere combinando più strumenti sugli stessi casi di studio.

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