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Il fascino “discreto” del Video On Demand

3 minute read | Lorenzo Facchinotti | March 2016

Benché la tecnologia stia progressivamente cambiando il modo di fruire dei contenuti audivisivi, la maggioranza degli italiani resta legata alla tradizionale TV lineare, dove la visione dei programmi è vincolata alla sincronizzazione degli impegni personali/familiari con i palinsesto dei broadcaster. Esiste tuttavia una fetta ormai consistente di popolazione che si rivolge a servizi base offerti da player alternativi (come ad esempio Netflix) o a servizi a valore aggiunto di player tradizionali già attivi nel campo della pay TV su digitale terrestre o satellite.

Da quanto emerge dalla Global Survey di Nielsen Video On Demand” (VOD), il 36% degli italiani attivi in internet fruisce di questo genere di servizi a pagamento, un fenomeno ancora contenuto se messo a confronto con la loro penetrazione a livello europeo (pari al 50%) o globale (65%).

La fruizione on demand sta diventando parte del consumo mediale quotidiano. Oltre il 50% di chi ne fruisce, accede ai servizi almeno tre volte alla settimana. Il dato è allineato a quello del vecchio continente ma molto più contenuto rispetto a quello registrato a livello mondo (85%).

Le principali ragioni alla base dell’utilizzo dei servizi VOD sono la possibilità di godere dei contenuti nei momenti della giornata più “comodi” per gli spettatori (69%) e la possibilità di fruire di tutti gli episodi di una serie in sequenza (67%). Inoltre il 54% degli intervistati considera i servizi on demand alternativi al Pay TV tradizionale come meno costosi.

Nel nostro Paese, i servizi VOD sono fruiti in media da 2/3 device. Il mobile svolge un ruolo importante. Coloro che accedono da smartphone e/o tablet sono rispettivamente il 48% e il 38%.

Benché smartphone e tablet siano tra le piattaforme più utilizzate, poco più della metà degli intervistati concorda nell’affermare che l’esperienza di visione dei contenuti non è così buona e ugualmente coinvolgente come quella che si avrebbe su uno schermo di più grandi dimensioni.

L’utilizzo dei servizi VOD è legato non solo a una fruizione in mobilità ma anche alla frammentazione degli interessi e dei gusti all’interno del nucleo familiare. L’accesso ai Video On Demand consente quindi ai membri che ne fanno parte di godere contemporaneamente, su device differenti, di contenuti specifici (46% degli intervistati italiani vs. 66% degli intervistati a livello mondiale).

I contenuti più “interessanti” sono film (75%), serie TV (41%) e documentari (33%). La loro fruizione non coincide necessariamente con una esperienza di isolamento. Il 39% di coloro che fruisce di questo genere di servizi afferma, infatti, che ama utilizzare i social media mentre fruisce dei loro contenuti (49% a livello Europa). La discussione avviene quindi con gruppi di interesse che del programma condividono spesso una conoscenza approfondita.

Attualmente, in Italia solo il 5% utilizza player alternativi per accedere a contenuti on demand. A livello europeo e globale, tale quota raggiunge rispettivamente l’11% e il 26%.

Gli utenti di servizi VOD mostrano di avere uno specifica esperienza di fruizione legata alla pubblicità. Anche in relazione alle modalità con cui questa viene erogata, essi riconoscono nell’advertising uno strumento in grado di supportarli nella soddisfazione dei loro bisogni. Il 53% dichiara di essere disposto a vedere spot su prodotti di loro interesse, mentre il 39% riconosce alla comunicazione commerciale la capacità di suggerire prodotti che si è potenzialmente interessati a provare. Tuttavia il 62% è d’accordo nell’affermare che, oggi, la maggior parte della pubblicità riguarda prodotti che non sono di loro interesse.

Per saperne di più, scarica il report dal box in alto a destra.

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